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Gabriele, anima creativa

Gabriele, anima creativa

Ho iniziato a lavorare con Gabriele Pomilio nel 1986.

Allora non esistevano tante agenzie importanti come la sua e, soprattutto, non c’erano ancora Illustrator, Photoshop e tutto il mondo Apple.

In quegli anni, una pubblicità nasceva da accese discussioni (poi battezzate brainstorming) fra colui che aveva incontrato il cliente (che poi prese il nome di account) ed i grafici (nessuno allora pensava di chiamarli creativi).
Queste discussioni sfociavano poi in una marea di scarabocchi fatti a matita su immensi fogli di “carta usomano” e poi in definitivi, realizzati a china su un cartoncino durissimo che si chiamava Schoeller. 

Poi si passavano giorni in camera oscura, per ingrandire e ridurre testi, titoli, disegni e fotografie.

Quindi, armati di forbici, taglierini e Colla “Cow”, si procedeva alla realizzazione della pagina, del depliant, del poster.

 

Io avevo solo 18 anni.

Imparai il mestiere grazie a colleghi più grandi come Pino, Wanda, Silvana, Sandro e lavorai al fianco di Luana, Nello, Maurizio, Aldo…che oggi, grazie a quella scuola incredibile, sono diventati tutti degli stimati professionisti della comunicazione.

Gabriele si muoveva in agenzia come il rinoceronte che aveva fatto diventare il suo marchio: si scagliava con la furia di un grande mammifero su chi commetteva un errore e poi, con la stessa velocità, tornava a sorridere e a fare battute divertentissime.
Era un uomo onesto, un maestro di vita, una fucina di aneddoti pazzeschi, come la storia di quel cliente che viveva con una tigre in casa o quella di Eriberto e del suo leone Yuma, che cresciuto in fretta, terrorizzò un magistrato correndogli incontro per giocare, sulla spiaggia di Pescara.

In quegli anni passarono per l’agenzia Bud Spencer, Gabriella Ferri, Lina Wertmuller, Gino Pilota, Giovanni Galeone, Oliviero Toscani, i fratelli Benetton, Gianni Santomo…e fu sempre nella sua agenzia che conobbi Paolo e Cristina, i miei fratelli/soci.

 

Ho passato 10 anni della mia vita in quell’agenzia. Anni indimenticabili.

Personalmente devo moltissimo a Gabriele, mi ha insegnato tutto o quasi tutto, della vita e del lavoro.

Non ci sono più personaggi come lui. Mi mancano da morire la sua genialità e la sua libera creatività.
 

A 15 anni pulivo i pennelli a Mario Schifano. A 18 entrai nell’agenzia di pubblicità di Gabriele Pomilio. A 24 Oliviero Toscani m’insegnò a “guardare”. La vita è un’avventura meravigliosa, ed ho scelto un mestiere che mi permette di sognare, ogni giorno.

demarco@studioalice.it

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